Uno dei materiali che fomenta le maggiori discussioni in ambito scientifico è il Teflon: questo polimero plastico, infatti, è molto utilizzato in diversi ambiti ma, e chiaramente oltre al Teflon utilizziamo molti tecnopolimeri nella nostra quotidianità.
In questo articolo spiegheremo com’è composto il Teflon e quali sono gli ambiti di applicazione di questo materiale davvero speciale.
Il Teflon: un tecnopolimero plastico
Il Teflon è chiamato anche politetrafluoroetilene. La composizione del Teflon è formata da carbonio e fluoro e, per questa ragione, possiede un peso molecolare parecchio alto ed una consistenza al tatto completamente solida.
Le altre caratteristiche di questo materiale, che ne spiegano i numerosi impieghi, sono legate alla grande capacità idrofobica: l’elevata elettronegatività del fluoro, infatti, lo rende indispensabile nell’assemblaggio dell’anti-aderenza di moltissime padelle.
Poiché il Teflon non comporta alcun tipo di reazione a livello corrosivo, viene anche utilizzato per la produzione di tubi e contenitori all’interno dei quali vi sono passaggi di agenti corrosivi chimici.
Altra caratteristica importante riguarda la mancanza di attrito: un qualsiasi prodotto costruito con un rivestimento in Teflon, infatti, è molto liscio al tatto e consente lo scivolamento dei liquidi anche all’interno di macchine industriali, minimizzando i costi legati all’energia elettrica.
Guarnizioni
Un altro elemento molto importante che viene prodotto dal Teflon è quello relativo alle termo-idraulica: la guarnizione.
Questo strumento consente che diverse componenti montate insieme possano avere una maggiore aderenza fra loro ed evitino la fuoriuscita di liquidi oppure il disinserimento di viti e bulloni.
Anche in questo caso le caratteristiche del Teflon si adattano in modo del tutto sorprendente a questa funzione, minimizzando il rischio di rottura data dall’usura di componenti sia fisse sia in movimento.
Il Teflon viene anche utilizzato all’interno dell’isolamento elettrico degli impianti che lo comprendono.