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Lavorazione PTFE: Innovazione e Prestazioni Eccezionali

Oggi grazie ad una vasta gamma di attrezzature tecnologicamente avanzate, vengono realizzati dei semilavorati in PTFE siano essi della tipologia vergine che caricati con altri materiali. In entrambi i casi si possono ottenere tecnopolimeri ricavati da un processo di stampaggio ad iniezione di altissima qualità e di diversi tipi. La TAFER con sede e stabilimento in provincia di Bergamo, in tal senso ne garantisce il processo produttivo seguendolo passo dopo passo a partire dalla fase di progettazione dell’attrezzatura necessaria, a cui fa seguito quella di prototipazione e della produzione finale.

Cosa si intende per PTFE?

Il PTFE o politetrafluoroetilene è un gruppo di materiali plastici ad alte prestazioni con proprietà uniche. Inoltre, rappresenta il fluoropolimero più insolito, ed è in grado di offrire le migliori prestazioni in termini di temperatura, resistenza chimica e proprietà antiaderenti. La TAFER azienda leader del settore con sede e stabilimento in provincia di Bergamo, attua la lavorazione di PTFE seguendo dei processi lavorativi ben distinti e subordinati ai tipi di materiali utilizzati. In primis viene prodotto un monomero TFE ossia un elemento ottenibile mediante la sintesi di fluoruro di calcio, acido solforico e cloroformio. In un secondo tempo si procede con la polimerizzazione che viene eseguita in condizioni attentamente controllate al fine di ottenere il miglior risultato. Il PTFE una volta realizzato essendo composto da legami di clorofloruro si rivela forte e compatto, vanta un’eccezionale inerzia chimica, un’elevata resistenza al calore nonché notevoli caratteristiche di isolamento elettrico. Il tetrafluoroetilene puro non inibito può tuttavia polimerizzare con violenza anche a temperature inizialmente inferiori a quella ambiente. Un reattore placcato in argento riempito per un quarto con una soluzione costituita da 0,2 parti di persolfato di ammonio, 1,5 parti di borace e 100 parti di acqua e con un pH di 9,2 viene sigillato e agitato per un’ora circa a 80°C, dopodiché se ne attende il raffreddamento che alla fine regala una resa di polimero stimata intorno all’86% circa. Il PTFE, tra l’altro, viene prodotto commercialmente mediante due processi principali, uno che porta al cosiddetto polimero granulare e il secondo che invece consente di ottenere una dispersione di polimero di granulometria molto più fine e con un peso molecolare inferiore. A margine vale la pena aggiungere che per la produzione del PTFE esistono anche altri metodi, come ad esempio quello della decomposizione di TFE sotto l’influenza di un arco elettrico o tramite l’emulsione utilizzando iniziatori tipo il perossido di idrogeno e il solfato ferroso. In alcuni casi anche l’ossigeno viene utilizzato come elemento iniziatore. Tutte le reazioni di cui sopra sono altamente esotermiche e devono essere controllate dall’esperto personale dell’azienda per evitare esplosioni violente.

Quali sono le proprietà del PTFE?

Le proprietà del PTFE sono molteplici e consentono di utilizzarlo in diversi modi. Il motivo è legato al fatto che al contrario della plastica, in una struttura di politetrafluoroetilene (PTFE) invece degli atomi di idrogeno vengono sfruttati quelli di fluoro. Il PTFE però non si scioglie se viene riscaldato e per tale motivo risulta difficile da lavorare. Tuttavia, basta adottare delle tecniche appropriate per far fronte a questo inconveniente. Al polimero vergine, infatti, in genere vengono aggiunti altri elementi stabilizzanti e fluidificanti oppure delle cariche a base di silicio, carbone, bronzo e acciaio inossidabile. Inoltre, dopo lo stampaggio a iniezione il prodotto finito si rivela liscio al tatto, resiste benissimo alle alte temperature, è ideale per la realizzazione di guarnizioni a disegno e risulta antiaderente e resistente agli agenti atmosferici. Questo processo lavorativo cambia drasticamente la proprietà del materiale consentendogli di offrire una serie di indiscutibili vantaggi:

  • Isolante elettrico: il PTFE vie usato frequentemente come isolante per cablaggi e cavi in particolare nelle applicazioni informatiche, poiché evita dispersioni di corrente ed ha un alto punto di fusione.
  • Materiale a basso attrito: il basso attrito che caratterizza il PTFE lo rende anche un materiale popolare nelle applicazioni di ingegneria meccanica. Viene regolarmente utilizzato per cuscinetti e piastre, ingranaggi e per altre parti di lavoro in cui è necessaria l’azione di scorrimento.
  • Resistente all’usura: il PTFE non è soggetto a reattività e resiste bene alle alte temperature, e per tale motivo viene spesso utilizzato anche per la produzione di tubi industriali rettilinei ed assemblati e in cui scorrono prodotti chimici e acidi.
  • Sicuro per gli alimenti: il PTFE una volta realizzato si rivela una scelta eccellente per applicazioni nella produzione e nell’imballaggio di alimenti, in particolare perché il materiale è conforme ai requisiti di qualità alimentare e resistente alle macchie oltre che atossico.
  • Chimicamente resistente e inerte: in combinazione con la sua tolleranza alle alte temperature, il PTFE è estremamente resistente agli agenti chimici e inerti, il che lo rende un materiale ideale per sigillare componenti acidi particolarmente aggressivi.
  • Materiale conveniente: il PTFE è uno dei fluoropolimeri più convenienti sul mercato e ha uno dei migliori rapporti prestazioni/prezzo. Inoltre, la sua resistenza agli agenti atmosferici e all’usura generale lo rendono un materiale estremamente duraturo quindi ideale anche per la realizzazione di infissi.

A cosa serve il PTFE?

Grazie alle sue straordinarie proprietà, il PTFE è uno dei semilavorati in grado di resistere anche agli ambienti più difficili e, come tale, è adatto all’uso in numerose applicazioni. Questo fluoroplastico è infatti indicato per la produzione di contenitori per alimenti e bevande, la realizzazione di attrezzature specifiche per la cottura dei cibi, la costruzione di rulli dei nastri trasportatori, involucri per sensori di temperatura e per rendere antiaderenti diverse superfici. Nell’industria chimica il PTFE può anche essere utilizzato per dar vita a diversi prodotti, dalle guarnizioni ai rivestimenti di recipienti e serbatoi chimici. Il PTFE come il PEEK è anche ampiamente usato per la realizzazione di porte antincendio, per l’isolamento dei terminali su elementi riscaldanti e su motori a reazione, lampade UV e accessori esterni per aeromobili. Il PTFE è tra l’altro ideale per l’uso in applicazioni mediche e per la produzione di apparecchiature salvavita come cateteri, recipienti di biocontenimento, siringhe e suture. Questo esclusivo fluoropolimero è perfetto anche per l’isolamento elettrico, la realizzazione di componenti per valvole e per la protezione di qualsiasi tipi di componenti elettronici. TAFER è leader del settore del PTFE si occupa anche della lavorazione del PEEK e della tranciatura dei metalli. Il primo nello specifico è un materiale termoplastico in grado di fornire un’elevata resistenza meccanica e chimica anche a temperature molto alte. La seconda invece è indispensabile nel processo produttivo di lamiere, poiché consente di ottenerle perfettamente piane. Per maggiori informazioni scrivici o contattaci.

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